«Solo l’uomo che ha molto viaggiato — dissi — è capace di narrare». Al che un montanaro obiettò: «Come spieghi che mio nonno ciabattino sapeva raccontare cose bellissime senza essersi mai spostato dalla sua valle?». Rimasi interdetto e per prendere tempo chiesi dove stava la bottega del vecchio. «Sulla strada», fu la risposta. Era la soluzione dell’enigma! Il ciabattino raccoglieva storie dai passanti, e le elaborava.
E allora? Allora il vero viaggiatore non è banalmente colui che si sposta e macina chilometri, ma colui che si affaccia sul flusso della vita e ne trae delle storie. Sì, ma dove sta la matematica? Eccola: il viaggio non è spostamento assoluto dal punto A al punto B, ma spostamento relativo. Dunque anche un uomo immobile può essere un viaggiatore, e di conseguenza un narratore. (Paolo Rumiz, Istruzioni per un viaggio perduto / La Repubblica)