Il boscaiolo avrebbe voluto spostarlo, aspettare che si alzasse il sole, trovare una radura calda dove metterlo ad asciugarsi ma cambiò idea. «Ma guarda te – brontolava camminando verso casa – perdere così la giornata…»
L’uccellino nella gabbia non toccò il cibo per giorni. Inutilmente girava il boscaiolo per raccogliere ghiottonerie di ogni sorta. Decise infine di lasciare aperta la gabbietta. «Sarà che vuol tornare in libertà.» Se ne stava seduto vicino a fare i suoi intagli. E cantava-canticchiava… ho legato il mio cavallo al salice piangente… ho legato il mio cuore ad un tenero fiore… slegherò il cavallo quando sorge il sole… ma da te mio fiore mi slegherà la morte… Poi se ne andò a dormire.
Non vide l’uccellino uscire dalla gabbia. Non vide una donna sedersi sul suo letto. Non la sentì cantare. Non lo svegliò nemmeno la mano che giocava con i suoi capelli.
Al mattino dopo il piattino nella gabbia era vuoto. Il boscaiolo se ne andò a lavorare e a raccogliere cibo. Al ritorno mise vicino a se la gabbietta e si immerse nel suo intaglio. Cantando-canticchiando… Poi se ne andò a dormire.