Quella riga severa delle labbra serrate, cresta d’argilla a diga di parole a rischio di promesse di un presente assente, solco arso da una lingua di fuoco che si spegne nel deserto di un volto dove una lacrima di vita scivola via via… fango diventa, poi asciuga nel muro alzato a difesa – a casa – di solitari sogni, muta fortezza d’argilla al confine di sé.
(majarie, 17 dicembre 2007)
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